domenica, aprile 18

Partenza!


Trento, Verona, Milano, Bangkok, si va in crescendo verso l'esagerato. Bangkok è immensa, solo l'aereoporto è grande come Rovereto, un micromondo, un ecosistema a sè stante. Insomma mica tanto eco a dire il vero. Gente che cammina scalza, ragazze sorridenti, taxi colorati, topi da mezzo kilo che attraversano la strada in cerca di gatti, gente di ogni paese e cultura che si amalgama, il pagliaccio del mc donald's che saluta come i monaci buddhisti, camice rosse incazzate, profumi (e odori) che cambiano prima ancora di essere riconosciti dal mio naso disadattato, traffico pesante, semafori col display del conto alla rovescia su strade a otto corsie. Qua è tutto in vendita, ogni cosa, e non vedono l'ora di vendertela, ci si applicano proprio. La prima regola l'ho già imparata: più un thailandese sorride più ti vuole fregare. Se poi parla anche un buon inglese è proprio un professionista di inculate. Si, ha fregato anche me, gli ho sorriso di rimando tanto son troppo euforico per prendermela, alla fine mi ha solo venduto un paio di occhiali da sole a 5 volte il prezzo della bancarella 3 minuti più in là. Bancarelle ovunque, accalcate, senza alcun ordine sensato, condividono tra di loro spazi comuni per riuscire a starci tutte, uno ci mette i suoi cappellini, quello della bancarella dopo ci accomoda i piedi sopra. Sabato prende forma il mercatino del week-end più grande del mondo, un'altra Rovereto, una piccola nazione nel cuore di Bangkok, forse non deve pagare nemmeno le tasse alla città madre tanto poco costa la roba. Ogni tanto mi arriva una scarica di adrenalina tanto per ricordarmi che sono dall'altra parte del mondo a zonzo. E io che pensavo di averla finita.
Per tornare al mio ostello ho preso un tuk-tuk o meglio mi ha preso su lui col suo bel sorriso e il suo bell'inglese. Regola confermata è una fregatura; Monto mi dice everywhere for 50 bath (1 euro), partiamo e gira in tondo per il quartiere mentre raccoglie qualche informazione utile su di me, gli racconto che andrò a Phuket nei prossimi giorni e capisce cosa deve fare: si ferma ad un agenzia turistica e mi dice che devo entrare a comprare adesso il biglietto per il bus per Phuket, 
-"why?"
-"becpise s e alao wha wha bi bi go go"
-"eh?"
farfuglia qualcos'altro mentre mi spinge dentro.
Esco senza comprare alcun biglietto visto che è palesemente sovraprezzo e il mio amico guidatore di tuk-tuk ne prende una percentuale per aver fornito il cliente all'agenzia. Ovviamente senza permesso del cliente. Ripartiamo con l'accensione a spinta e l'aiuto di due passanti ma non demorde, vuole portarmi in un'altra agenzia. Minaccio di scendere senza pagare e prendere uno squallido taxi. Mi dice: Lo faccio per te, devi fare il biglietto e andare via subito da Bangkok perchè qua ci sono le camice rosse impazzite bang bang bang. Sorrido. Finalmente arriviamo a destinazione, è un po deluso perchè non è riuscito a guadagnarsi la percentuale, gli dico che voglio farli una foto sul suo tuk-tuk prima che parta. Sorride. Qua funziona così che sia tu vittima o carnefice devi sorridere, fa parte delle regole non scritte del gioco.
Resto qua ancora qualche giorno poi mi avvicinerò alla costa a prendere un po di sole per farmi il colorito alla thailandese.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Wow!!
Sei super carico! Seguiremo appassionatamente i tuoi racconti strambi. Non farci perdere i dettagli più divertenti e curiosi!

Mi raccomando occhio alle camicie rosse!

Rosa

Daniele ha detto...

hahahah allora mi metto nei guai apposta!

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