venerdì, maggio 28

Italiii

La prima domanda che mi fanno quando conosco qualcuno e butto giù un paio di frasi del mio inglese incerto è: "Where are you from?", è una domanda inevitabile, il discorso non prosegue senza quella risposta. "I'm from Italy", piccola pausa in cui il mio interlocutore pensa "italiano... ah ecco perchè parla così male l'inglese" e poi "ohhh Italiii" con quella i tirata e quella pronuncia straniera che ti fa sentire fiero di essere italiano. è bello essere italiani in viaggio... l'Italia è famosa nel mondo per un sacco di cose, la gente è sempre divertita a chiedermi dove fanno la pizza più buona in Italia o cosa ne penso della statuetta in faccia a Berlusconi, o cosa si diceva in Italia quando Zidane ha cacciato la testata a Materazzi... cazzo avevamo appena vinto i mondiali cosa vuoi che si diceva? Un indiano mi racconta di essere innamorato di Sophia Loren da quando l'ha vista la prima volta, un indonesiano mi assicura che Valentino Rossi ha più fan in Indonesia che in Italia, un inglese mi ha detto sottovoce che lui tifa Italia per i mondiali di quest'anno. Ho conosciuto un francese che ama l'Italia più di me, tutte le volte che mi vede gli spunta un sorrisone e mi chiama con il nome di un italiano famoso diverso... li conosce tutti, Marco Pantani, Gigi Buffon, Ivan Basso, Pavarotti... sul suo mp3 ascolta Felicità di Albano e Romina. Il cameriere del ristorante cinese invece sa tutti i nomi dei cibi in italiano. Pollo, involtini, insalata, pomodoro, pasta, polenta, lasagne,,, mmmmm buone. Un taxista mi svela che il sogno di ogni ragazza thai è sposare un italiano, perchè gli italiani sono fedeli e ci tengono alla famiglia. Seeeeeeeeee. Mai uomo fu più fedele dell'italiano. Però è vero le ragazze thai mi dedicano sempre uno sguardo di riguardo. In giro per l'Asia trovo sempre pezzi di Italia dispersi tra lo smog cittadino e i bassifondi dei centri commerciali. La cravatta Armani, la borsa Gucci, la Ferrari esposta sul piedistallo, la catena di ristoranti Pizza nut, gli spaghetti alla bolognese su quasi tutti i menù, il film di Sergio Leone, il cuppuccino, ... Per quell'istante mi sento in Italia, e non so mai se è una buona cosa o una brutta cosa.

venerdì, maggio 21

Come dentro una cartolina

Ogni qualche giorno ho bisogno di prendere e andare in un posto nuovo, è un modo per sentirmi davvero in movimento, per percepire il viaggio nella sua essenza. E questa volta mi muovo verso il luogo dei miei desideri. Lo desidero da quando sono atterrato con l'aereo a Bangkok, ma ho voluto aspettare, prendermi tempo e così l'ho reso ancora più appetibile. Il mio aereo aveva fatto scalo a Phuket, ed era atterrato esattamente all'alba. Spettacolo. Basta prendere una mappa e vedere come è il paesaggio intorno a Phuket, mare e atolli di isolette tutto intorno. Volteggiarci sopra con il lento discendere dell'aereo attraverso le nuvole, all'Alba, è impareggiabile.
L'oceano.
E adesso è qua davanti a me che rumoreggia la sua melodia millenaria. Un raptus di pazzia mi prende a mi ci butto dentro vestito. Mi stava chiamando... Penso che non ho bisogno d'altro.
Poi è passata qualche ragazza thai e mi sono rimangiato il pensiero.
La sera conosco un gruppo di ragazzi accampati in spiaggia con chitarra che festeggiano. Ovviamente mi unisco, mi offrono litri di vodka soda cola, che io bevo a dismisura per fare l'occidentale che tiene bene l'alcol (...), cantano un po di canzoni stile Piccolo Grande Amore e mi sembra di entrare nella canzone stessa. Due tuffi per digerire l'alcol, il mare, i giochi, le fate. Far l'amore giù al faro. No, questo non mi è riuscito. Non ancora asuefatto dall'oceano no ho dubbi sulla mia prossima meta: l'isola di Koh Tao.
Prendo la leggendaria Night Boat, leggendariamente antica. Più che navigare si trascina sulla superficie, le onde la aiutano ad avanzare come il gentleman accompagna la vecchina nell'attraversare la starda. Porella. Sembra una di quelle navi che trasportava gli emigranti in America ai tempi d'oro. Terraaaaa! Se il motore non funziona più ci sono anche i remi pronti per essere usati. Fascinosa.
Beh, l'isola è qualcosa di magnifico, è di quelle perfette che si vedono solo nei film. è piccolina ed é ancora per metà selvaggia e per metà turistica, un ottimo compromesso. Anche qua noleggio una moto e in 3 giorni me la esploro tutta, da spiaggia a spiaggia. Sentierini da cross in mezzo alla foresta al centro dell'isola aggiungono divertimento al divertimento. Uccelli del paradiso cantano qua e là. Ma torniamo al mare, e alle spiaggie che sono i veri protagonisti. Solo le foto possono tentare una sommaria descrizione. Essere lì è l'esperienza assoluta.
E lo snorkeling, i fondali sembrano essere stati creati a posta da madre natura per mostrare la sua bellezza intima, quella sottocoperta. Bastano un paio di occhialini e un paio di pinne ed entri in un mondo parallelo, popolato da tartarughe, squaletti, pesci muticolori, e coralli, e conchiglie, e roccie ricoperte da non so che. L'acqua trasparente come la levissima, altissima, purissima. E tutto questo a portata di braccio, se allunghi la mano tocchi i pesci, i coralli, le tartarughe, gli squali meglio evitare. I pesci ti usano come rotatoria, tu usi gli scogli come rotatorie, e gireresti all'infinito ubriaco di salsedine, di creature multipigmento. Mi mangio una pastasciutta al ragù in uno dei tanti ristoranti tarocco-italiani tanto per completare la giornata in maniera perfetta. La "cuoca" thai non parla nemmeno inglese, quando dovrebbe saluatare in Italiano. Telefona a qualcuno per avere la ricetta della pasta, deve essere una sostituta o qualcosa del genere, ma alla fine la pasta arriva e anche buona. E poi il tramonto ancora un altra volta, ogni sera più bello.
Rileggendo sembra quasi che mi sono inventato tutto, tanto ho usato le parole favoloso e sinonimi. Invece è tutto vero.
Un piccolo paradiso a portata di mano e con pochi soldi. Amo la Thailandia. Non me ne vorrei andare mai da qua, ma so che ci sono tante altre cose da vedere, e così ancora una volta parto per nuove mete. Ma me la appunto sulla mappa, un giorno forse ci tornerò a vivere.

P.S: ATTENZIONE PERICOLO: Il sole pela, non è parente di quello italiano questo è proprio violento.
Il mio braccio dopo una seduta in spiaggia e un po di giri in moto sotto il sole porco.
No, non sta andando in cancrena.

domenica, maggio 16

Trasporti thai

A Bangkok i livelli di inquinamento atmosferico sono perennemmente oltre il limite, asma e malattie respiratorie sono tra le più comuni patologie che un Bankokkese possa avere. Dagli scarichi esce di tutto, fa sempre paura stare dietro a un qualche non più recente mezzo, potrebbero arrivarti in faccia pezzi di motore non più necessari direttamente dalla camera di combustione.
La logica del codice della strada è sostituita da alcune regole intuitive che ben presto si imparano, tra cui: il più grosso ha la precedenza, sempre. Il più veloce gliela può rubare, a suo rischio e pericolo. Se sei in bicicletta buona fortuna.
Le moto si strusciano tra di loro, si insinuano tra due autobus con precisione atomica, non frenano mai: schivano. Se proprio devono frenare danno anche un paio di colpi di clacson come parte del rito. Il thailandese col clacson funzionante è un thailandese felice. I tuk-tuk, i famosi mezzi di trasporto thai sono motoveicoli a tre ruote adibiti al trasporto di persone, che in curva diventano due, e su cui non esistono portiere: se non ti tieni al telaio rotoli per strada. Le moto, origiariamente pensate per andare a pescare la domenica, qua sono usate per fare la spesa, andare a prendere la prole a scuola, come panchina davanti al fiume, come negozi ambulanti se provviste di apposito carretto e ombrellone nonchè di bombola a gas, come taxi con servizio penetra-traffico, per traslocare, o come gioco per i bambini che vogliono imparare a guidare.
Su una moto ci stanno almeno 5 persone sappiatelo. A 6 mi dicono che inizia a essere pericoloso. Per portare i bambini a casa da scuola si attrezzano con pick-up appositamente modificati sul tettuccio e sul retro, antenati degli scuolabus. Molte macchine sono in stile tamarro/fast&furious, coi vetri oscurati e i cerchi in lega, alettone e scarico allargato, utili a fare bella figura quando raccolgono la signorina a lato strada, che è interessata più alla grandezza della macchina invece che a quella... dell'altra macchina.
La cosa più bella sono le modifiche manuali e spesso fantasiose che vengono perpetrate ai poveri mezzi. L'autobus che ho preso, un toyota del poco-dopo-guerra è accessoriato con autoradio e 6 casse da 1m cubo, una tv riclicata, una minicucina, una ripiano porta oggetti, ma specialmente da un autista estremista buddhista; questo si traduce in alcune scomodità per lui e per noi: il 50% del parabrezza è occupato da immagini e statuette sacre (immagine sotto) rimane solo un buco centrale per riuscire a vedere un lembo di strada, al passaggio ad ogni templio (e sono tanti) toglie le mani dal volante si volta di lato, incrocia le mani e prega il buddha dei trasporti terrestri, senza fermarsi of course. Se gli chiedi se non è pericoloso occupare il campo visivo di statuette ti risponde col tono dell'eremita: son proprio quelle statuette che proteggono il nostro viaggio, miscredente.

lunedì, maggio 10

La strada, la moto.

Ce l'avete presente quella sensazione di libertà assoluta? quella quando non esiste nulla che ti possa preoccupare, quella quando sei solo tu e ti basti, quella quando ti sembra che il mondo sia fatto solo per te, quella quando il tempo non ha più importanza, quando ti senti parte del creato? Ti senti assolutamente libero da tutto e da tutti. Io per provare quella sensazione ho bisogno solo di due cose: una moto e una strada. E possibilmente una bella giornata di sole.
Kanchanaburi, nord-ovest della Thailandia, mi sveglio, scendo in strada, noleggio uno scooter e parto alla volta del parco nazionale di Say Yuk a circa 80 km da lì. La moto scorre sulla strada, contro vento perchè lo voglio sentire sbattere sulla faccia, la gente per strada alza la mano per salutarti quando passi, il paesaggio si trasforma gradualmente metro dopo metro. Ogni volta che vedo qualcosa di interessante accosto e osservo, tanto fretta non ne ho.
Sono andato alla cascata di Say Yuk, una piccola porzione di natura incentrata attorno a una piccola cascata e a un laghetto dove i thailandesi vengono talvolta a rilassarsi con la famiglia o con gli amici. Poi vado ad Hellfire Pass una sorta di museo creato lungo la vecchia ferrovia costruita durante la seconda guerra mondiale come via strategica per il trasporto di rifornimanti tra Birmania e Thailandia. Vennero costruiti più di 400 chilometri di ferrovia nel tempo record di 20 mesi, scavando passaggi e ponti tra le montagne. Ci morirono 100000 persone. Ferrovia resa ulteriormente famosa dal film "Il ponte sul fiume Kwae". Cerco ossa umane lungo il percorso. Nulla, solo qualche attrezzo arrugginito di 70 anni fa.
Ritorno verso sera in moto e il dio dei viaggiatori decide di riservarmi una sorpresa, si mette a piovere. Vabbè direte voi, potevi anche immaginaterlo che poteva succedere. NO! In 20 giorni di thailandia ha piovuto solo quel giorno. Solo quel giorno, il resto tutto sole immacolato.
La sera nel giardino affacciato sul fiume Kwae del mio hotel si possono ammirare i ristoranti-discoteca galleggianti che risalgono il fiume trainati lentamente da piccole barche. Cioè hai capito i Thai? hanno delle piccole discoteche all'aperto che navigano sul fiume! Troppo fiche. Geniali!

mercoledì, maggio 5

La città delle scimmie

Mi raccontano di una curiosa cittadina nel nord della Thailandia in cui le scimmie scorazzano libere per le strade e si arrampicano sugli edifici come fossero alberi. Si chiama Lopburi. Uomini e scimmie coesistono in uno stesso ambiente urbano, si salutano, si scambiano beni e servizi e forse si parlano anche.
Qui la comunità di scimmie che occupava la zona da migliaia di anni ha stipulato un patto con l'uomo: "Tu uomo dare a me banane e costruire pali della luce con cavi per fare ginnastica, noi lasciare tu qua per vivere." E così fu, i primati hanno dato in cogestione la zona all'homus sapiens sapiens, che ha pensato bene di costruire e inquinare come l'istinto gli suggerisce.
Le scimmie mangiano a sbafo, ce ne sono parecchie grosse come Costanzo, si divertono che è un piacere vederle, una stà cercando di tirar giù il semaforo facendolo dondolare su e giù. Spero che ci riesca per vedere la reazione della gente, ma non succede nulla.

Stufo delle scimmie mi unisco a un matrimonio buddhista, è l'ora del banchetto con ogni sorta di prelibatezza made in thailand, è sembre bello mangiare un po gratis. C'è una band che suona live, gente che balla, monaci buddhisti poco più in là vagamente contrariati, la famiglia della sposa è ubriaca e al settimo cielo, la sposa è bruttissima. Ah ecco perchè la famiglia è così felice, ha maritato la figliola.
La mattina vengo svegliato da una serie di forti colpi tant'è che sembra crollare l'intero edificio... Oh my god Tsunami!! Mi strizzo gli occhi, faccio mente locale e mi rendo conto di essere a 200 chilometri dal mare guardo fuori dalla finestra e mi accorgo che son le benedette scimmie che giocano sul tetto alle 6 di mattino. Ma non potete giocare sul tetto dell'hotel a 5 stelle che è più comodo e luccicante?
Le scimmie in realtà sono delle gran rompicoglioni ma secondo cultura buddhista sono animali sacri cosicchè non possono essere sterminate come probabilmente succederebbe se invadessero una città Italiana.