domenica, maggio 16

Trasporti thai

A Bangkok i livelli di inquinamento atmosferico sono perennemmente oltre il limite, asma e malattie respiratorie sono tra le più comuni patologie che un Bankokkese possa avere. Dagli scarichi esce di tutto, fa sempre paura stare dietro a un qualche non più recente mezzo, potrebbero arrivarti in faccia pezzi di motore non più necessari direttamente dalla camera di combustione.
La logica del codice della strada è sostituita da alcune regole intuitive che ben presto si imparano, tra cui: il più grosso ha la precedenza, sempre. Il più veloce gliela può rubare, a suo rischio e pericolo. Se sei in bicicletta buona fortuna.
Le moto si strusciano tra di loro, si insinuano tra due autobus con precisione atomica, non frenano mai: schivano. Se proprio devono frenare danno anche un paio di colpi di clacson come parte del rito. Il thailandese col clacson funzionante è un thailandese felice. I tuk-tuk, i famosi mezzi di trasporto thai sono motoveicoli a tre ruote adibiti al trasporto di persone, che in curva diventano due, e su cui non esistono portiere: se non ti tieni al telaio rotoli per strada. Le moto, origiariamente pensate per andare a pescare la domenica, qua sono usate per fare la spesa, andare a prendere la prole a scuola, come panchina davanti al fiume, come negozi ambulanti se provviste di apposito carretto e ombrellone nonchè di bombola a gas, come taxi con servizio penetra-traffico, per traslocare, o come gioco per i bambini che vogliono imparare a guidare.
Su una moto ci stanno almeno 5 persone sappiatelo. A 6 mi dicono che inizia a essere pericoloso. Per portare i bambini a casa da scuola si attrezzano con pick-up appositamente modificati sul tettuccio e sul retro, antenati degli scuolabus. Molte macchine sono in stile tamarro/fast&furious, coi vetri oscurati e i cerchi in lega, alettone e scarico allargato, utili a fare bella figura quando raccolgono la signorina a lato strada, che è interessata più alla grandezza della macchina invece che a quella... dell'altra macchina.
La cosa più bella sono le modifiche manuali e spesso fantasiose che vengono perpetrate ai poveri mezzi. L'autobus che ho preso, un toyota del poco-dopo-guerra è accessoriato con autoradio e 6 casse da 1m cubo, una tv riclicata, una minicucina, una ripiano porta oggetti, ma specialmente da un autista estremista buddhista; questo si traduce in alcune scomodità per lui e per noi: il 50% del parabrezza è occupato da immagini e statuette sacre (immagine sotto) rimane solo un buco centrale per riuscire a vedere un lembo di strada, al passaggio ad ogni templio (e sono tanti) toglie le mani dal volante si volta di lato, incrocia le mani e prega il buddha dei trasporti terrestri, senza fermarsi of course. Se gli chiedi se non è pericoloso occupare il campo visivo di statuette ti risponde col tono dell'eremita: son proprio quelle statuette che proteggono il nostro viaggio, miscredente.

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