mercoledì, giugno 16
Una giornata tipo a Kuala lumpur
Mi sveglio 3 volte a partire dalle 7 fino alle 11 di mattino perchè qualcuno fa casino, ma mi riaddormento ogni volta senza preoccuparmene. Sono in viaggio, posso svegliarmi quando mi sembra più consono, quando è giusto per me. Mi dirigo al banchetto segreto della colazione al sapor di cioccolato, saluto la signora che ormai sà già cosa voglio e passo avanti. Mi capita di guardarmi intorno e in su ogni tanto, perchè seppur ormai abituato al diverso contesto ogni tanto voglio ridarli un nuovo sguardo, aggiornarlo. Venditori di orologi, borsette, magliette. Tutto tarocco ma ben copiato. Fumera in mezzo alla strada di pollo allo spiedo e castagne, mendicante senza una gamba col barattolo per le offerte nel soprapassaggio, omino verde col menù del ristorate cinese che ti insegue ripetendoti a memeoria le delizie, monorotaia frigorifero, passaggi anonimi tra due case con scale buie in fondo in cui entrano in continuazione uomini di ogni età, verso la felicità. Fogne a cielo aperto con tanto di pesci. La melodia di accompagnamento di questo pazzo percorso attraverso la città è concessa gratuitamente dai minareti e sintetizzata in un litania araba. Sto per entrare dentro una moschea ed all'ultimo momento mi ricordo che è proibito coi pantaloncini corti. Scampata la morte per un pelo, il cecchino musulmano sul minareto mi avevo già puntato col mirino laser. Una donna cammina con un abito nero supercoprente dalla testa ai piedi, due buchi per gli occhi, mi ricorda quando mi travestivo da fantasma da bambino. Il fabbricante di chiavi ha aperto il suo laboratorio in una cabina telefonica impressa in una casa, copia le chiavi, le smussa, vende lucchetti, tutto in un metro quadro, ci sta anche la sedia. C'è anche la fila. Rubo una foto fulminea. Intanto il sole batte cattivo.
La ragazza bigliettaia ha dimenticato come si sorride, sorrido io per due visto che è tanto carina. Quattro persone su cinque dentro l'ascensore del centro commerciale sono al cellulare. La quinta si sente inadeguata così si mette a scrivere un sms. Ritorno indietro verso il dormitorio passando dall'altra strada perchè quella l'ho già fatta. Case variopinte come gelati. Compro una mela da donare alla cameriera del ristorante vicino. E poi inizia la serata di racconti tra viaggiatori provenienti da ogni parte d'europa riuniti in una stessa stanza. Come al G8 discutiamo del futuro della Malesia ma in fondo in fondo pensiamo già alla nostra prossima meta. Chi torna a casa, chi va a nord, chi vola lontano, chi sogna l'Alaska perchè fa troppo caldo. Chi ha nostalgia, chi non smetterebbe mai di viaggiare nemmeno per un secondo. Entra la donna delle pulizie con fare cattivo e braccia da tennista: Go sleep shut up. Nessuno osa opporre resistenza.
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