La strada verso ovest scorre veloce, tutta in corsia di sorpasso in un minivan del tipo paga e pensiamo noi a tutto, veloce, comodo, indolore, se ti lamenti ti danno sempre ragione, se hai esigenze particolari basta chiedere. Verso ovest perchè vado sulla Andaman coast quella opposta a dove ero, quella che si è presa tutto lo tsunami in faccia qualche anno fa. Ora ci sono i segnali coi percorsi di evacuazione nel caso accada di nuovo e la situazione è monitorata con precisione, tutto questo per dire non preoccupatevi per me. Faccio il viaggio verso Phuket con un Jappo che però dice di essere iglese, o con un inglese che però sembra giapponese. Mi propone di andare a stare nel suo stesso hotel, e io che ovviamente non so ancora dove andrò a dormire la sera dico ok. Arriviamo e il suo hotel è pieno, lui aveva prenotato io no. Sorrido al destino e mi metto in cerca di un nuovo posto che trovo poco lontano. Reincontrerò il jappo la sera dopo davanti a una partita di tennis in un ristorante. Lui va in Cambogia io sto per andare in Malesia.
Il mio hotel si chiama On-On ed è quello in cui vennero girate alcune scene del film "The Beach" con Leonardo di Caprio. Cerco la mappa dell'isola segreta prendendo ispirazione dalle scene del film, e scopro che è proprio Koh Tao quella dove sono stato pochi giorni prima (guardando la mappa nel film, perchè ahimè sotto il letto non la trovo). Non c'è dubbio che è azzeccata come isola sperduta d'incanto.
E questo paese mi manca già, me ne rendo conto seduto in un parcheggio allestito con un palco di karaoke thai-style e bancarelle tutto intorno, godendomi l'ultimo pezzo di thailandia. Mi mancherà la donna seduta per terra con davanti un asciugamano disteso e tutta l'ogettistica che possiede in vendita. Accendini, luci, souvenir, amuleti, incensi. I thailandesi si godono la vita, non si ammalano di lavoro, se la prendono con calma, osservano il mondo, chiaccherano, meditano, se capita che vendono qualcosa bene altrimenti pazienza. Che bel modo di esistere. In ogni baretto infatti ci sono tipo 6 persone che lavorano perchè ognuna lavora solo un terzo di quello che potrebbe. Il thailandese stressato dal lavoro non esiste proprio.
Mi sembra di cogliere, ma chissà se è vero, che stanno cercando di comunicare con me attraverso le canzoni che cantano. Non siamo tanti e io ancora una volta sono la mascotte della serata. Mi guardano tutti divertiti, chi di soppiatto, mi salutano. I testi in inglese sembrano dirmi stai qua con noi, sei ospite gradito, rilassati la vita non è fatta per correre qua e là. Hai ragione caro thailandese, la vita è qua e adesso, e la strada è più importante della meta. Questo si legge negli occhi di ogni monaco, di ogni giovane, di ogni anziano della terra dei sorrisi. Mi mancherai. I love You.
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